Gianfranco nasce a Bologna il 28 maggio 1934 da Giuseppe Fregni e Laura Guretti.Le fotografie di Gianfranco già da piccolino mostrano il suo caratteristico sorriso e rivelano la curiosità per il nuovo e lo stupore per le bellezze del creato, che lo accompagneranno sempre. La perdita precoce del babbo lo priva del riferimento paterno. Lo stesso don Franco confiderà che proprio questa privazione ha contribuito a sviluppare in lui il sentimento di Dio come Padre e la sensibilità verso la famiglia, come primo ambito di crescita umana e cristiana.
Gianfranco inizia presto il suo cammino vocazionale nel Seminario Arcivescovile di Bologna, dove compie gli studi fino al ginnasio, e poi nel Seminario Regionale di Bologna, dove completa gli studi teologici. Nel 1956 è ordinato sacerdote dal Card. Giacomo Lercaro. Il Cardinale era solito celebrare le ordinazioni il 25 luglio festa di S. Giacomo Apostolo, ma per il ventiduenne Gianfranco non fu possibile: era troppo giovane. Ottenuto il permesso da Roma, fu ordinato nella basilica di S. Petronio il 22 dicembre.
I primi sette anni di sacerdozio di don Gianfranco sono spesi come cappellano in varie realtà parrocchiali di provincia: a Renazzo (in provincia di Ferrara, ma diocesi di Bologna) da febbraio ad agosto 1957; a Castelfranco Emilia dall’agosto 1957 ad ottobre 1958 (anche il parroco fu spostato a Castelfranco: “partirono assieme in bicicletta per la nuova destinazione”); a Vergato dall’ottobre 1958 all’ottobre 1963. A Castelfranco Emilia e a Vergato insegna anche religione nella scuola Media Statale.
Dall’ottobre 1963 l’azione pastorale di don Gianfranco entra nella sfera della pastorale diocesana dei giovani. Viene infatti nominato Delegato Vocazioni e Vice Assistente diocesano Fanciulli di Azione Cattolica (allora una branca del ramo Donne di A.C.) e Consulente del Segretariato per l’educazione, incarichi che copre fino all’ottobre 1967. E’ nominato anche aiuto nella Commissione Nazionale Fanciulli. Nel frattempo va ad abitare a Bologna in via Calari 21, dove vivrà con la mamma e con una zia, fino alla loro scomparsa, e poi da solo. In questo periodo per diversi anni insegna religione nella Scuola Magistrale S. Vincenzo. Nel 1966 viene nominato aiuto di don Paolo Rabitti (ora vescovo di S. Marino e Montefeltro) in Gioventù Studentesca di A.C. per aiutare il movimento che allora stava attraversando un momento di crisi. Attraverso questa attività, i campi giovani al Falzarego ed il confessionale in S. Pietro incontra e diventa punto di riferimento per tanti giovani, per i quali è semplicemente “don Franco”. Con attenzione sia alla maturazione di una fede personale che alla crescita umana, accompagnerà molti giovani come direttore spirituale in cammini vocazionali religiosi e matrimoniali.
Dal ’66 al ’75 don Gianfranco è Segretario dell’Ufficio Catechistico e Segretario della Commissione per il Tema Diocesano. In questo periodo con mons. Facchini e con mons. Catti, direttore dell’Ufficio Catechistico, lavora nel gruppo dei movimenti educativi, in cui si cercava di unire le esperienze dei Fanciulli Cattolici, degli Aspiranti e delle Beniamine, che allora dipendevano da rami separati dell’Azione Cattolica. Emergono fin da allora alcune sue intuizioni sulla pastorale come azione unitaria, non frammentata in settori, e sulla familiarità fin da piccoli con la preghiera della Chiesa e con la solidità della Parola di Dio. Nel 1965 pubblica infatti il libretto “La lode del Signore”: – L’iniziazione al Mistero cristiano richiede pertanto che anche i fanciulli e gli adolescenti vengano gradualmente educati a parteciparvi. E’ questa la peculiare particolarità del libretto. E’ un primo contatto con l’Ufficio divino, pedagogicamente adatto anche all’infanzia e all’adolescenza ma completo nel suo disegno strutturale e definito nei due momenti tipici della giornata: il mattino e la sera.- Nel 1970 esce il documento CEI “Il Rinnovamento della Catechesi” e don Franco pubblica in collaborazione con Silvia Milani il catechismo”La Cresima – sigillo del dono dello Spirito” (1971): una novità per quei tempi in cui si riprendevano anche esperienze di altre Chiese europee. L’Osservatore Romano ne pubblica una lusinghiera recensione, sottolineandone l’impostazione nuova nello spirito del Concilio Vaticano II.Don Gianfranco collabora alla stesura de “Il catechismo dei bambini” (CEI 1973). Questo catechismo, scritto per i più piccoli che non sanno ancora leggere, è forse il primo tentativo di parlare alle famiglie.
La pastorale. Alla fine degli anni ’60 l’azione pastorale di don Gianfranco comincia a focalizzarsi sulla pastorale della famiglia. Dal ’70 al ’75 è collaboratore dell’Azione Cattolica e nel ’76 Vice Assistente diocesano del settore Adulti di A.C.. In questo periodo si impegna in attività formative per studenti, fidanzati e giovani sposi (giornate mensili, ritiri). Inserendosi nel Segretariato A.C. per la famiglia, con giovani sposi, con qualche coppia più matura e con coppie di fidanzati dà inizio all’esperienza decennale dei ritiri mensili in Santa Margherita prima e poi in via Riva Reno. Queste attività non sono che il preludio ad una molteplicità di iniziative di pastorale familiare, che negli anni successivi saranno ideate e sviluppate da don Gianfranco assieme ad una rete di famiglie (itinerari di preparazione al matrimonio, giornate formative e di scambio, campi famiglia, scuola dei genitori, esercizi spirituali per sposi e altre). Caratteristica di don Franco, profondamente radicata negli insegnamenti del Concilio che ha il dono di trasmettere in modo naturale, è la disponibilità a crescere con i laici, pregando, ascoltando la loro esperienza, approfondendo e discutendo i loro problemi e con la costante attenzione alle situazioni di difficoltà. Nel 1975 viene nominato Segretario della Commissione Regionale per la Famiglia e il 4 novembre è nominato Direttore del nascente Ufficio Pastorale della Famiglia. Il card. Poma dava così esecuzione nella diocesi di Bologna alla deliberazione numero 5 prevista dal documento della CEI “Evangelizzazione e Sacramento del Matrimonio” (1975), alla cui stesura don Franco aveva collaborato. Dal 1989 è docente di pastorale coniugale e familiare allo STAB (Studio Teologico Accademico Bolognese), incarico che svolge con costante preoccupazione, impegno e attenzione al servizio per formare nei confratelli l’attenzione alle problematiche teologiche e pastorali riguardanti la famiglia.L’attività di don Franco esce anche dall’ambito diocesano, sia a livello organizzativo che a livello catechetico. Collabora col Centro di orientamento Pastorale e con la nascente pastorale familiare nazionale ed è membro del Centro Italiano di Studi sulla Famiglia. La novità dell’annuncio evangelico in chiave familiare e la calda umanità di don Franco lo portano a peregrinare in tante diocesi italiane, ovunque sia chiamato, in una infaticabile attività evangelizzatrice. Questa azione capillare non si limita alla catechesi: dove va, don Franco intreccia rapporti umani di profonda amicizia con famiglie e sacerdoti sparsi per l’Italia, che in molti casi diventeranno amici anche tra loro attraverso la comune amicizia con lui. Della sensibilità e dello stupore con cui don Franco incontra persone e ambienti nuovi rimane traccia anche nelle sue diapositive: appassionato fotografo, sa sempre cogliere espressioni e inquadrature personali.
Gli strumenti. Con grande fertilità, don Franco concepisce nuovi strumenti di catechesi e formazione per fidanzati e famiglie. Dalle esperienze derivate fin dal 1974 dai gruppi di fidanzati, raccolte in schede, trae un itinerario di preparazione al matrimonio che esce nelle Edizioni Paoline “Amarsi e sposarsi nel Signore” (1978). Da questo strumento, raccogliendo ancora una volta le esperienze di tanti animatori di gruppi sposi e fidanzati, ne deriverà un secondo, “Ti amo tanto da sposarti” (1991 EDB), adottato dalla diocesi di Bologna per i suoi Itinerari di preparazione al Matrimonio.Nel 1976 inizia la pubblicazione del “Calendario della Comunità cristiana”, con tre obiettivi:
a) l’attenzione ai ritmi dell’anno liturgico da inserire nella vita quotidiana delle famiglie,
b) l’aiuto a pregare nelle case con la Parola di Dio proclamata nella Messa del giorno,
c) l’unione di preghiera e vita liturgica alla carità attraverso un segno di solidarietà con famiglie in difficoltà.
Convinto che nella pastorale familiare i laici debbano avere ruoli e spazi sempre maggiori, nel 1980 entusiasma un gruppo di laici a fondare il Centro G.P. Dore. L’amore per la montagna, i tanti campi al Falzarego prima con i giovani e poi con le famiglie, in cui le ascensioni alle vette sono intercalate e in un certo senso congiunte alle salite spirituali, lo portano ad ideare una casa per le famiglie in quella sede, recuperando un vecchio fabbricato in disuso, che diventerà Casa Punta Anna. Perché la difficoltà economica non sia di impedimento alla partecipazione delle famiglie ad iniziative di approfondimento e di crescita umana e spirituale, nel 1983 istituisce un Fondo di solidarietà, finanziato dalle famiglie. Nel 1983 fonda il periodico CLeF (Chiesa Locale e Famiglia). Come servizio alla Chiesa Italiana intuisce la necessità di far circolare idee ed esperienze fra tutti gli operatori diocesani di pastorale familiare, laici e non. Questa snella pubblicazione periodica contiene notizie sulle varie iniziative svolte in tutta Italia che abbiano per tema argomenti riguardanti la famiglia e diventa un servizio molto apprezzato anche dalla stessa Commissione Famiglia della CEI. Don Franco continuerà a svolgerlo anche durante i due anni di malattia, nonostante la forte limitazione negli spostamenti. Nel 1997 pubblica “Una casa, due tavole, tre pani – la vita coniugale come Eucaristia” (EDB).
Don Gianfranco viene nominato Canonico di S. Petronio (1982) e poi Canonico statutario del Capitolo Metropolitano di S. Pietro dal 24 giugno 1987.
La capacità di “accogliere” si manifesta in don Franco non solo con la grande inclinazione ai rapporti umani, ma con la sensibilità e l’opera rivolta verso i cosiddetti “casi difficili”, che si rivolgono a lui per un aiuto spirituale o materiale. L'”Eccomi!” con cui risponde al telefono a chiunque lo cerchi è il simbolo del suo desiderio di condividere gioie e dolori con tutti. E’ con questo spirito che, dalla fine degli anni ’70, promuove e sostiene il Servizio Accoglienza alla Vita per aiutare le madri in difficoltà e sceglie come punto di riferimento per varie iniziative pastorali il Baraccano, che ospita una comunità di accoglienza a situazioni di disagio. La successiva scomparsa della zia e della mamma lo lasciano solo dal febbraio 1986. Affronta con dignità questa prova, cercando di sopperire in modo autonomo alle necessità quotidiane, ma non senza l’aiuto fedele e premuroso di molti amici e delle suore Figlie della Carità.
Dopo una intensa attività spesa per preparare l’incontro del Papa con le famiglie in occasione del Congresso Eucaristico Nazionale del 1997 a Bologna, in ottobre si reca in Brasile per il raduno mondiale delle famiglie. Al ritorno da questo viaggio un’infezione virale ferma la sua attività fisica. Don Franco sperimenta su di sè la malattia, con le sue devastazioni fisiche, la necessità di essere a sua volta accolto e non autosufficiente, l’incertezza del futuro. Non si arresta però la sua attività intellettuale: continua a dare suggerimenti ai suoi collaboratori, a preparare la rivista CLeF e pubblica nei quasi due anni di malattia due volumetti di spiritualità familiare: “Tobia e Sara”, Itinerario di fede per giovani sposi (1998) e “Amatevi di tenerezza voi che vi amate”, raccolta di scritti dei Padri della Chiesa sul matrimonio (1999).
Dopo due anni di malattia, nell’alternanza tra peggioramenti e miglioramenti, nell’agosto 1999 le condizioni precipitano. Don Gianfranco muore il giorno 10, festa di S. Lorenzo.
Molti i suoi articoli pubblicati sulle riviste specializzate sul tema della Catechesi, del Matrimonio e della Famiglia.