Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all’uomo,
una donna e la condusse all’uomo
(cfr Gen 2, 18-24)
147. Quando contraggono Matrimonio una parte cattolica con una parte catecumena o non cristiana, la celebrazione avviene nella chiesa o in altro luogo adatto, secondo il rito che segue. Questo rito deve essere osservato dal sacerdote o dal diacono, che abbia ricevuto delega dall’Ordinario del luogo o dal parroco ad assistere e benedire, a nome della Chiesa, il Matrimonio.
148. All’ora stabilita, colui che presiede, sacerdote o diacono, indossati il camice e la stola ed eventualmente il piviale (la dalmatica se diacono) di colore bianco o festivo, si reca con i ministranti alla porta della chiesa o al luogo prescelto, accoglie gli sposi e li saluta cordialmente.
Quindi il sacerdote (o il diacono), i ministranti, gli sposi, i testimoni e tutti i presenti si recano ai posti loro riservati.
149. Il sacerdote (o il diacono) si rivolge agli sposi per disporre i loro animi alla celebrazione del Matrimonio, con queste o simili parole:
N. e N., la Chiesa partecipa alla vostra gioia
e insieme con i vostri cari
vi accoglie con grande affetto
nel giorno in cui davanti a Dio, nostro Padre,
decidete di realizzare la comunione di tutta la vita.
Per i credenti, Dio è fonte dell’amore e della fedeltà,
perché Dio è amore.
Ascoltiamo pertanto attentamente la sua Parola
e preghiamolo con umiltà:
adempia il Signore i desideri del vostro cuore
ed esaudisca tutte le vostre preghiere.
150. Se lo richiedono le circostanze, omesso il rito di accoglienza, la celebrazione del Matrimonio inizia dalla liturgia della Parola.